Il lago di Alice, uno scrigno di biodiversità

Nel cuore dell'anfiteatro morenico di Ivrea, sulla morena laterale destra e all'ingresso della Valchiusella, si celano due gemme d'acqua cristallina, i Laghi di Meugliano e Alice. Tra questi, il Lago di Alice risalta particolarmente per la sua natura selvaggia e la sua storia geologica affascinante.

La creazione dei laghi risale a un periodo di profonde trasformazioni per il nostro pianeta, quello che seguì l'ultima massima glaciazione Rissiana. Con il ritiro dei ghiacciai, le acque di scioglimento del ghiacciaio balteo riempirono le depressioni e gli avvallamenti intramorenici, formando una serie di bacini lacustri. I Laghi di Alice e Meugliano, insieme ai più ampi Lago di Candia e Lago di Viverone, condividono questa origine glaciale.

Tuttavia, la mano del tempo e i processi naturali di interramento hanno notevolmente ridimensionato o completamente colmato molti di questi bacini. Nonostante ciò, il Lago di Alice continua a brillare come un gioiello blu incastonato nel verde lussureggiante dei boschi circostanti.

Gli ambienti che circondano il lago sono di un interesse ecologico notevole. La zona lacustre e la torbiera adiacente sono incorniciate da spettacolari boschi di latifoglie igrofile, dominati da ontani neri. Questi alberi, con le loro radici immerse nelle acque del lago, creano un'atmosfera quasi fatata, dove la tranquillità della natura regna sovrana.

Oltre agli ontani neri, il paesaggio è dominato da estese foreste di castagno, che ricoprono circa la metà dell'area. Nelle radure e ai margini dei boschi, spiccano poi vaste superfici a prato-pascolo, a volte abbandonate e trasformate in praterie e cespuglieti.

In sintesi, il Lago di Alice è un vero e proprio scrigno di biodiversità, un luogo dove la natura ha dipinto un quadro di incommensurabile bellezza. Un luogo dove si può davvero percepire la potenza delle forze geologiche che hanno plasmato il nostro pianeta, e dove si può trovare un rifugio di pace lontano dal trambusto della vita moderna.