Immergetevi con noi nei sapori e nei profumi della Val di Chy, un luogo dove il tempo sembra essersi fermato, ritornando ad una semplicità e genuinità quasi dimenticata. Tuttavia, non lasciatevi ingannare da questa apparente monotonia, perché la cucina di questa valle nasconde piccole sorprese che rendono ogni pasto un'esperienza unica.
Immaginate un passato in cui i villaggi vivevano in totale autosufficienza, dove pochi erano i prodotti che attraversavano i confini della Valle. I protagonisti di questa storia sono il vino, le castagne, le noci, il formaggio, il burro e le mele, tutti prodotti della terra, del sole e del duro lavoro degli abitanti di queste terre.
Gran parte di questi prodotti venivano consumati direttamente dalle famiglie che li coltivavano, rendendo ogni pasto un'autentica espressione del territorio. Il riso, portato a casa dalle donne che si recavano a lavorare nelle risaie di Vercelli e Novara, veniva utilizzato in autunno e inverno con le castagne, donando ai piatti un gusto unico e ricco.
Lo stesso valeva per la farina bianca che le donne portavano a casa dopo aver lavorato nei campi a maggio, una farina che veniva impiegata per fare il pane, elemento imprescindibile sulla tavola di ogni famiglia.
Nonostante l'orto non fosse al centro della vita quotidiana, si coltivavano fagioli, cavoli e rape, che aggiungevano un tocco di verde e sapore alla tavola. Inoltre, dove possibile, veniva coltivato il mais. Nonostante il raccolto fosse magro, era sufficiente per garantire una polenta al giorno per ogni famiglia.
Chi era fortunato da avere un pezzo di terra più grande, aveva la possibilità di allevare qualche maiale. Questa era una vera benedizione, perché la carne e il grasso del maiale erano un prezioso complemento alla dieta quotidiana.
Così, la tavola tipica della Val di Chy offriva piatti come polenta e latte, zuppa di cavoli, polenta e formaggio, minestre di castagne con riso, se disponibile, e latte. Non mancavano le erbe di prato raccolte in primavera, i fagioli preparati in svariati modi, il lardo per condire e i salami di carne di maiale, conservati sotto grasso, e con patate.
I dolci erano un lusso, spesso realizzati con pane vecchio, insaporito con mandorle di pesca e latte. Non mancavano le noci, le mele al forno in inverno e qualche pianta di uva 'americana', coltivata per il piacere di gustare il suo frutto o per preparare la marmellata da spalmare su fette di... polenta.
Quindi, anche se fino ai primi anni del 1900 la Val di Chy non conosceva il pomodoro e il peperone era difficile da coltivare a causa delle temperature rigide, ogni pasto era un'occasione per celebrare i doni della terra e del duro lavoro degli abitanti di questa splendida valle.