ALICE SUPERIORE

La presenza umana nel Canavese è documentata sin da oltre 5000 anni fa, con i primi ritrovamenti in Valchiusella risalenti a circa 3000 anni a.C. Tra questi, si contano le incisioni rupestri della "Pera di Crus" in alta Valchiusella, resti di insediamenti palafitticoli nella regione Torbiera di Alice Superiore e un menhir di notevoli dimensioni a Lugnacco.

La prima popolazione di cui abbiamo conoscenza storica sono i Salassi, una tribù celtica che proveniva dai monti della Gallia. I Salassi erano esperti nella ricerca di minerali ferrosi che poi forgiavano in utensili agricoli nella valle. Furono proprio i Romani, che li sottomisero nel 25 a.C., a imparare da loro la tecnica del sovescio.

Tuttavia, le informazioni riguardanti questa area durante l'apogeo dell'Impero Romano sono limitate, così come non si hanno notizie certe di insediamenti barbarici. Sappiamo però che in seguito, la Valle fece parte dell'importante Marca di Ivrea, istituita da Carlo Magno in pieno periodo feudale.

Nel 951, i territori della valle furono donati a un monastero di Pavia da Berengario II. Anche se Arduino di Ivrea ricondusse i nostri paesi al Regno d'Italia, nel 1015 furono nuovamente consegnati al potere ecclesiastico del Vescovo di Vercelli. Dopo varie vicissitudini, le terre tornarono agli Arduinici e nel 1037, con la promulgazione della "Costitutio de Feudis", questi ultimi consolidarono i loro titoli comitali.

Le famiglie contali Arduiniche, continuamente in conflitto tra loro, furono spesso incitati e supportati dagli Alearici e dai Savoia. Tuttavia, oppressi da pesanti tributi e stanchi di incessanti guerre e saccheggi, i valligiani insorsero (tuchinaggio) contro la nobiltà, distruggendo vari castelli nella regione. La rivolta fu placata nel 1387 da Amedeo VII di Savoia (il Conte Rosso), che assunse il controllo di tutta la valle.

I secoli XVI, XVII e XVIII furono un alternarsi di periodi di pace e lunghi anni di guerre e saccheggi, con la peste che fece la sua comparsa nella valle. Dopo la metà del 1700, la pace favorì uno sviluppo economico con l'espansione delle attività estrattive a Traversella e Brosso e le fucine di Meugliano, Alice e Vistrorio. Alla fine del secolo, l'arrivo dei francesi portò nuove leggi e abitudini rivoluzionarie, ma la popolazione rurale resistette con l'insurrezione degli "Zoccoli". Solo Napoleone riuscì a placare la rivolta e a ripristinare la pace.

Con il ritorno dei Savoia nel 1814, la storia della Valle e, in particolare, di Alice Superiore, si fonde con quella del Regno Sardo e, successivamente, con quella del Regno d'Italia.

LUGNACCO

Lugnacco è un luogo immerso nella bellezza naturale, con pascoli verdi, boschi lussureggianti e vigneti terrazzati che declinano verso Loranzè. Il paese si estende su un considerevole dislivello, da una quota minima di 245 metri fino a raggiungere i 2000 metri negli alpeggi Saler e Moriondo, a nord-ovest di Rueglio.

L'antico nucleo del paese, con la cappella del Carmine e la torre campanaria, si innalza accanto a storiche cascine che presentano caratteristici ballatoi in legno e archi in pietra intonacata. Questo scenario racconta una storia ricca e variegata, in netto contrasto con le moderne abitazioni e le sporadiche costruzioni industriali presenti nelle immediate vicinanze del paese.

Secondo alcuni studiosi, l'origine di Lugnacco risale all'epoca celtica, ipotesi confermata dal nome del luogo e dal ritrovamento di un menhir nel 1975 vicino all'abside della Parrocchiale, simbolo di un'antica divinità celtica legata ai riti di fertilità.

La presenza romana nel territorio è testimoniata da vari reperti archeologici, tra cui urne cinerarie e lanternette sepolcrali. Citato per la prima volta nel 1041, durante il Medioevo, Lugnacco ha seguito le sorti dei paesi della Valchiusella, passando dai Vescovi di Ivrea ai Conti di San Martino, e in particolare al ramo degli Arondello. Verso la fine del XIV secolo, Lugnacco partecipò alla rivolta antinobiliare del tuchinaggio, durante la quale si ritiene che sia stato distrutto il castello di Chy, come riportato nei documenti savoiardi.

Si pensa che alcune rovine presenti nella regione di Castellazzo possano essere i resti di questo castello che un tempo dominava l'intera Valle del Chiusella. Lugnacco ha un passato di rapporti difficili con i comuni vicini, come testimoniato da una serie di controversie con Rueglio nel 1574, Vistrorio nel 1602 e Pecco nel 1663. Nel 1410, Rueglio fu l'ultimo comune della valle a separarsi dalla Parrocchia di Lugnacco. Oggi, Lugnacco rappresenta un punto di riferimento storico e culturale nella regione.

PECCO

Pecco è un borgo di poco più di 200 abitanti.

Il nome "Pecco" potrebbe derivare da "pecia", che significa piccolo appezzamento di terreno, o da "pecus", bestiame, in riferimento alle antiche attività locali.

Pecco, immerso nella storia e nelle tradizioni, ha radici che risalgono al Medioevo. Situato su un colle chiamato Arundello, era un feudo dei San Martino, un'illustre famiglia che nel XII secolo ha ceduto il luogo ai figli di Enrico di San Martino della Torre e al loro cugino Guglielmo. Questa famiglia adottava spesso il nome del loro castello principale, dando origine a Filippo di Arundello nel 1198. La fortezza di Arundello, però, fu distrutta alla fine del XIV secolo durante una rivolta popolare conosciuta come il tuchinaggio.

Alcuni storici sostengono che un membro della famiglia San Martino si trasferì in Inghilterra nel 1240 e divenne il capostipite della famiglia Howard. L'emblema di questa famiglia include ancora oggi le sei crocette d'argento in campo rosso dei San Martino di Arundello, e il loro castello si chiama "Arundel Castle".

Pecco, come molti altri comuni della Valchiusella, ha subito cambiamenti di giurisdizione nel tempo. Nel 1721 passò sotto il controllo dei Pochettini di Serravalle e nel 1929 fu aggregato al Comune di Alice Superiore. Nel 1947, Pecco riacquistò la sua autonomia.

Pecco ha una ricca storia di allevamento e artigianato. In passato, gli ovini, caprini e maiali erano allevati qui, e gli artigiani locali erano noti per la produzione di zoccoli e per la tessitura di coperte miste rosse e blu, oggi rarissime.

Situata a monte del centro abitato di Pecco, la Chiesa Parrocchiale dedicata a San Michele Arcangelo è un punto di riferimento storico e culturale del paese.

La Chiesa emerge per la prima volta nei documenti storici del XIV secolo come parte del Feudo di Arrondello. Oggi si erge a 620 metri sul livello del mare, ai piedi di un poggio che ospita anche un antico campanile.

Il campanile, elemento fondamentale nell'architettura della chiesa, è più antico della chiesa stessa. Originariamente serviva da vestibolo e punto di ingresso alla chiesa, funzione testimoniata anche dal simile campanile di Lugnacco. Tuttavia, nel corso dei secoli, la chiesa ha subito numerose modifiche che hanno alterato la sua struttura originale, tanto che ora è difficile distinguere ciò che è rimasto dell'antica chiesetta a tre navate.

L'unico elemento originale rimasto intatto dal XI secolo è il campanile, che oggi sembra più un torrione che un campanile, a causa delle modifiche subite. Al suo interno, è possibile osservare la bellezza semplice della struttura della copertura, nonché tracce di colonnine e capitelli originali.

Oggi, Pecco è il più piccolo borgo del comune di Val di Chy. Situato in una posizione panoramica e circondato da boschi di betulle e castagni, Pecco è un luogo ideale per iniziare piacevoli passeggiate ed escursioni nella Valchiusella e sulle colline moreniche dell'anfiteatro di Ivrea. 

Alice Superiore

Lugnacco

Pecco